Mi sento un po’ come uno dei personaggi di un racconto di Haruki Murakami. Sono le 5:44 del mattino. Mi giro e rigiro da un po’ nel letto senza successo: il sonno se ne e’ andato. Il fuso orario che non si e’ ancora adeguato all’Europa. I pensieri. Non so. Mi alzo. Metto l’orologio al polso. Cammino sulla punta dei piedi per evitare che il pavimento di legno scricchioli troppo e svegli Venla.
Scendo in cucina. Guardo dalla finestra. Albeggia. La campagna e’ di un verde scuro ed intenso. Le betulle hanno i primi spruzzi gialli di autunno sui rami piu’ alti.
Apro la porta sul retro. Scendo in giardino. Tre, quattro scalini non di piu’. Il fiato si condensa in leggere nuvole di vapore e non riesco a ricordare l’ultima volta che mi e’ successo. Sono a piedi nudi sul legno della nuova terrazza che Jorma ha fatto costruire sull’erba. I pantaloni di cotone blu del pigiama fatti fare ad Hoi An. La T-shirt bianca comprata a Londra. Il legno e’ leggermente bagnato dalla rugiada. Respiro profondamente. Il cielo e’ di un bel blu freddo. Non una nuvola. Il sole ancora nascosto dietro ai pini verso est. Respiro di nuovo profondamente. Also le braccia. Curvo la schiena e inizio la mia serie di esercizi quotidiani: il Saluto al Sole (anche se mi accorgo su guardare verso sud, verso il lago che laggiu’ lontano costeggia questa piccola collina di Niinikumpu).
Rientro. Accendo la macchina del caffe’. Nel salotto si sente solo il ticchettio del vecchio orologio a pendolo. Katja e le bimbe dormono ancora. Jorma e Mirja anche. Taglio il pane nero (come lo chiamavo da bambino). Prendo la marmella e il burro dal frigorifero. Il brontolio della macchina del caffé mi avvisa che é pronto. Sento il profumo salire dalla tazza. Accendo il laptop e, come sempre mi accade, penso se scrivere queste parole in inglese o in italiano. Oggi decido per l’italiano.
fortunatamente hai deciso di scrivere in italiano….ci sono frasi che l'inglese rende fredde…e poi personalmente sono un po' in difficoltà con l'inglese!ciao un bacio miki