Sunset in Cambodia

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Anche qui da noi c’é aria di autunno. Siamo ai primi di dicembre, le pioggie che hanno accompagnato il monsone sono finite. Nei campi il riso puó essere raccolto. L’aria é secca e ventosa. Alcuni alberi hanno perso le foglie, mentre altri stranamente le mantengono scommettendo sulla breve durata dell’autunno. La temperature é sempre estiva, ma la luce é cambiata. Il sole sembra tramontare piú lentamente e si tuffa all’orrizzonte a sud ovest, nei campi di riso di Baray. Le lunghe ombre della sera sembrano volere rimanere piú a lungo, la luce é dorata, meno speldnete ma piú calda.

Oggi é domenica e sono andato per un giro in moto lungo la strada sterrata che costeggia il fiume che attraversa Kampong Thom, lo Stung Sen. La stradina parte dalla cittá, passa alcuni villaggi che ormai fanno parte di Kampong Thom, e poi si perde dopo diversi chilometri nelle campagne della provincial. I villaggi diventano piú distanti, le case piú sparse. Al ritorno verso Kampong Thom, avevo il sole alle spalle e sembrava che inseguissi la mia stess alunga ombra sulla superficie di terra rossa della strada. Il cielo terso e senza nuvole. Le case da un lato con i pescatori che preparavano le reti per la pesca che inizia presto al mattino. I bambini che giocano a calcio a piedi nudi nella polvere dei poveri giardini di fronte alle semplici case in legno. le donne che si attardano facendo la spesa prima di tornare a casa per preparare la cena.
Passando con la mia moto, tutta questa vita si svolge di fronte ai miei occhi come un film che si ripete ogni giorno da lungo tempo. Ho incrociato ragazzi che tornavano dai corsi pomeridiani di inglese, un carretto trainato da bufali che trasportava legna da vendere in un villaggio piú lontano. Alcune motociclette con due o tre ragazzi che se vanno in giro la domenica pomeriggio.
Ho pensato a come fare per trasmettere queste immagini, questi colori e questi suoni. Mi sentivo bene e mi é tornato alla mente il film di Lasse Halström che ho guardato ieri sera. È la storia di un bambino, Igemar, il quale non se la passa troppo bene. aL madre é malata e lui viene prima sballottato a casa di parenti che non lo vogliono tenere e alla fine viene accolto in casa di conoscenti in un paesino dello Småland. Vi arriva d’estate, l’estate Bianca del nord, le persone che incontra sono aperte e dirette. Inizia a giocare nella squadra di calcio locale, fa conoscenza con altri bambini, segue alla radio uno dei mondiali giocati negli anni sessanta. Alla fine dell’estate deve fare ritorno a Stoccolma, ma dopo qualche vicissitudine ritorna nello Småland in inverno ed inizia ad andare a scuola. Una sera, pensando a tutto quello che gli é capitato, giunge alla conclusione che quello che conta é to compare con le storie degli altri, prendere le distanze e ingrandire la prospettiva. Cosí facendo le cose, i fatti, ed anche le persone acquistano una importanza relative in funzione della prospettiva o al confronto.
I villaggi e le case che ho passato qeusto pomeriggio, mi hanno fatto pensare alla prospettiva e al valore relativo delle cose. Soprattutto or ache sono appena tornato da Cremona, dall’Europa. Il valore relative delle mie esperienze, di questo momento fondamentale che sto vivendo e che ho portato attraverso due mondi che non sembrano appartenere allo stesso pianeta: Cremona e Kampong Thom. Asia ed Europa. Una volta un collega che vive da molti anni in Oriente m li ha definiti cosí: Asia where nothing matters but everything is important, and the West where everything is important but nothing matter.
A presto,
P.

Kampong Thom, 7.12.2003